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sono invisibile
2019 (roma, IT)
Marietta dà una festa a casa. Non è chiaro se è appena arrivata o se sta per andare via. Certo è che non sta troppo bene, ha bisogno della vicinanza di tutti. In un tempo in cui sono esplose le modalità di comunicazione attraverso l’utilizzo dei sistemi di messaggistica istantanea, tra emoticons, pensieri lapidari digitati distrattamente e veloci sessioni di sexting, è sempre più difficile interagire con gli altri, dal suo punto di vista soprattutto con gli uomini, per stabilire un rapporto vivo e profondo. Si interroga e chiede consiglio ai suoi ospiti, cercando possibili soluzioni; tentativi mossi da grande entusiasmo che, suo malgrado, si smorza velocemente. Si porta dentro una continua tensione tra il passato, ciò che le ha lasciato la famiglia, e il futuro, ciò che desidera. Un’inquietudine continua tra il “cosa dovremmo fare” e “cosa vogliamo fare”. Si sente osservata e giudicata dalla mamma e dalla nonna che non la lasciano in pace. Una torsione ulteriore, per rispondere a “ciò di cui abbiamo bisogno”. Ci vorrebbe una ricetta, ma il quaderno lasciatole in dotazione dalla famiglia non basta. Strizzata come uno straccio, Marietta si contorce in una grande cucina – teatro dei piccoli e grandi drammi quotidiani, fortezza degli spettri della tradizione e delle forze rivoluzionarie dell’innovazione. È una lotta intestina, viscerale...che il Signore ci accompagni.
Il focus, trasversale a tutta l’opera, ruota attorno alla frattura interiore della protagonista, provocata dal controverso binomio tra la tradizione, inteso come processo di sedimentazione e acquisizione delle prassi di comportamento sociale tramandate, sin dalla nascita, dalla famiglia e dalla comunità d’origine, e il cambiamento, vissuto come ciò che ha imparato a proprie spese crescendo e scontrandosi con una società che è in continua trasformazione. Le portavoci della tradizione e del passato della protagonista, la nonna e la mamma, con cui si paragona costantemente, appariranno come visioni per giudicare il suo modo di vivere non conforme alla tradizione.
Regia: Riccardo Brunetti